Lo spettacolo, ambientato
su ampie gradinate attorno ad una pedana circolare, è abbastanza essenziale
(hanno fatto a meno anche del cigno) ma suggestivo. La direzione di Nagano è
incisiva e appassionata ma bisogna lamentare alcuni tagli effettuati (tra cui
parte della scena finale). Il cast è decisamente sopra la media: Vogt ha un
timbro argenteo e una sonorità molto calda, secondo me adatta al ruolo del
titolo; la Kringelborn si rivela una voce buona per cantare Elsa ma soprattutto
per interpretarla nell’alternarsi di candore infantile, stupore e
innamoramento, talvolta sguardi di sfida nei confronti degli accusatori; la
Meier spicca fra tutti perché è sempre eccellente sia nella solidità del canto
che nella capacità di comunicare il personaggio (purtroppo su di lei si sono
abbattute le peggiori scelte dei costumi); Fox e Konig rivestono bene gli altri
due ruoli maschili. Ringraziamo la Opus Arte che ha inserito anche i
sottotitoli in italiano.
4/5
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