mercoledì 17 febbraio 2010

questo è un nodo avviluppato

Nella sala del castello di don Magnifico, Cenerentola - di ritorno dal ballo a corte - indossa nuovamente i suoi vestiti polverosi e torna a canticchiare con l'usuale tono sommesso la sua canzone "Una volta c'era un re". Continua però a posare lo sguardo su quel bracciale donatole dal principe (non era di buon gusto conservare la tradizionale scarpetta perché ciò avrebbe imposto di far vedere almeno un po' la caviglia!). Sono di ritorno dal castello anche il patrigno (altra modifica fatta da Ferretti alla fiaba di Perrault) don Magnifico con le sorellastre, ovviamenta di cattivo umore per la non risolta questione delle nozze col principe.
E' a questo punto che - con gran sapienza drammaturgica - scoppia un terribile temporale il cui rumore non impedisce però di percepire il rovesciamento di una carrozza. Si tratta della carrozza del principe don Ramiro che si stava dirigendo, con il cameriere Dandini al seguito, alla ricerca della misteriosa dama velata incontrata al ballo.
Il caso vuole che la carrozza si impanni proprio davanti al palazzo di don Magnifico che, ben felice di ricevere in casa il principe perché immagina che sia venuto per chiedergli la mano di una delle figlie, si mette subito a dar ordini per l'accoglienza. Nel frattempo, allo stupore di don Magnifico, di Tisbe e di Clorina per la visita improvvisa, si aggiunge lo smarrimento di Cenerentola che, ignara del fatto che don Ramiro e non Dandini sia il principe, si ritrova davanti al possessore del bracciale gemello.
Ecco dunque lo spettacolare sestesso "Questo è un nodo avviluppato": è un vero e proprio rimbalzare della sorpresa di personaggio in personaggio. Come è successo anche nel quintetto del primo atto, la velocità dell'azione viene frenata e quasi azzerata in questa scena di gruppo che gioca - e le regie lo sottolineano spesso - sull'immobilità. Il sestetto ha poi la caratteristica di essere scritto in uno stile quasi antico, "rinascimentale", con il procedimento imitativo in cui le voci si rincorrono imitando i frammenti melodici delle altre con un semplice e flebile sostegno dei pizzicati degli archi. I giochi vocali che riescono a creare una magica atmosfera però non finiscono qui perché tutta la pagina è rinforzata dalla pronuncia enfatica delle "r" e dalle scoppiettanti "p" fatte risuonare sulle labbra dei personaggi.
Questo è un nodo avviluppato
Questo è un gruppo rintrecciato,
Chi sviluppa più inviluppa;
Chi più sgruppa più raggruppa;
Ed intanto la mia testa
Vola, vola, e poi s'arresta,
Vo tenton per l'aria oscura,
E comincio a delirar.