venerdì 18 maggio 2018

Otello - Kaufmann, Agresta, Vratogna; Pappano 2017 - Sony

L'attesissimo debutto di Jonas Kaufmann nel temibile ruolo di Otello potrà diventare un punto di riferimento nell'intepretazione grazie anche a questo dvd in cui la Sony ha ripreso non solo l'esordio in un nuovo titolo del tenore più in voga al momento ma anche un bello e intelligente spettacolo per la regia di Keith Warner.
Esso si inserisce tra le rappresentazioni che, anziché riprodurre le amenità di Cipro (mi viene in mente la classica messa in scena di Karajan con Vickers e Freni), sottolineano l'oscurità del dramma: quella vissuta interiormente dal protagonista e che poi si riversa attorno a lui in un clima quasi sempre cupo (eccezion fatta per il quarto atto in cui predomina il bianco della camera da letto; bianco che poi è anche il colore degli abiti di Desdemona, unica a mantenere la luminosità). La scena è sostanzialmente unica e si articola attraverso uno scivolare di pannelli, porte e fessure come anche di personaggi che emergono in alcuni punti cruciali. Molto acuta anche l'idea di rendere il personaggio di Jago che talvolta aiuta e sollecita il cambio della scena (ad esempio tra il primo ed il secondo atto) dimostrando così di essere il vero tessitore di tutta la vicenda.
Kaufmann, su cui ovviamente si incentra buona parte dell'attenzione, si rivela ancora una volta un grande attore che dosa sapientemente le energie nel continuo alternarsi di sentimenti vigorosi ed esaltanti, di fremiti titubanti e disperati. La Agresta esce vittoriosa in un ruolo che, se non cantato e recitato bene, rischia di cadere nella noia. Vratogna è istrionico e abitato da una verve che lo rende veramente demoniaco nel suo voler tirar le fila della storia.
Sul piano canoro tutti (anche le parti minori) sono su di un livello molto alto. Kaufmann entra in scena con una sicurezza magistrale e non smette di mantenere solida la linea vocale anche nelle scene successive (forse, unico momento debole è il dialogo prima del soffocamento di Desdemona). Molto affiatato il duetto alla fine del secondo atto; lancinante la sofferenza nell'aria del terzo. Maria Agresta ha la voce adatta per cantare Desdemona e lo fa con voce sicura e sostenuta nel fiato ma anche con dolcezza e malinconia. Per il ruolo di Jago avrei inizialmente pensato ad una voce lievemente più scura e pesante, ma Vratogna lo rappresenta comunque in modo eccellente e personale curando sia la la linea più vivace nelle scene d'insieme sia i tratti più lirici che quelli crudi nel suo credo.
Il coro si apprezza per l'omogeneità e la dizione. La direzione di Pappano è estremamente curata in ogni parte e realizza quella continuità nelle scene e nelle sonorità (che passano dall'una all'altra) che caratterizza tutta l'opera.
5/5

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