lunedì 2 marzo 2009

ballata op.23

Niente di nuovo ci potrebbe aspettare nel leggere "ballata" come titolo di una composizione.
Ma siamo nel 1833 quando Chopin pubblica la sua prima Ballata (l'op.23 in sol minore) e niente essa ha a che vedere con la tradizionale forma tanto in uso nei secoli precedenti.
Era, infatti, una composizione strofica di carattere generalmente profano destinata al canto e alla danza (come suggerisce il nome stesso). Già dallal fine del 1700, però, conobbe un diverso utilizzo quando indicava una composizone sempre vocale ma strettamente legata con le omonime composizioni letterarie di tanti poeti romantici. Fu così che si aprì la strada allo sviluppo della ballata strumentale ottocentesca, di cui i più grandi compositori di quel periodo non hanno mancato di lasciarci magnifici esempi: Chopin, Liszt, Brahms.
Fu propriamente Chopin a ideare un pezzo di musica esclusivamente strumentale che fosse una trasposizione dell'antica ballata narrativa. Rimane questo carattere fortemente narrativo, però, perchè nelle sue ballate troviamo una voce che racconta ed evoca storie e leggende. Rimane anche il carattere originario di danza in quanto Chopin utilizza sempre ritmi ternari (6/8 o 6/4).
Pare, inoltre, che la fonte letteraria di ispirazione per questi "poemi" sia stato Adam Mickiewicz, un poeta polacco ben conosciuto da Chopin. Una corrispondeza dell'autore con il contemporaneo e amico Schumann ci dice addirittura quali composizioni poetiche abbiano determinato la creazione delle ballate chopiniane; ma, in realtà, Chopin va oltre e fa riferimento ai poemi solo in modo vago e spesso impreciso tanto che non è possibile trovare una corrispondenza certa. Probabilmente quello che aveva trovato in Mickiewicz, e che aveva trasposto in musica pura, era uno stimolo eroico e narrativo più un contenuto preciso e circoscritto.
La prima Ballata, come anche le altre, utilizza la forma bi-tematica che si basa sul contrasto due due elementi melodici (quelli che nella forma-sonata possono a ragione essere chiamati "temi" e che danno vita ad un vero e proprio sviluppo tematico qui solo accennato) di carattere diverso e contrapposto. Contiene una parte centrale un elemento nuovo che, come nella terza, assume l'aspetto e la leggerezza di un ritmo di valzer e che contribisce, nell'economia generale della composizione, a creare un'ulteriore contrasto.
La voce narrante, di cui dicevo prima, entra subito, dopo una breve introduzione, esponendo in tempo Moderato il primo tema nella tonalità d'impianto (sol minore). Gli fa seguito, dopo il necessario episodio di transizione, il secondo che cambia tempo (Meno mosso, sottovoce), tono (mi bemolle maggiore) e carattere (espressivo appassionato). Dato che non esiste una specifica sezione di sviluppo, i due motivi melodici proseguono il loro racconto intrecciandosi fra di loro: al termine dell'esposizione del secondo tema, infatti, si inserisce la ripresa del primo (sempre in tonalità minore, ma questa volta in la) che, a sua volta, riconduce al secondo tema modulato in la maggiore e modificato nel carattere (indicato ff largamente, ha un forte sapore eroico e trionfatore).
Toccato un vertice sonoro di alta tensione emotiva (fornita da entrambi i temi: il primo per l'aspetto a tratti misterioso, il secondo per la sua ri-esposizione gloriosa), è' giunto il momento di introdurre un'oasi di serenità costituita dalla parte centrale: si tratta di un vivace e leggero episodio a ritmo di valzer in mi bemolle maggiore in cui la linea melodica della mano destra non conosce sosta nel suo viaggio che spazia su buona parte della tastiera. In questo contesto ben si inserisce una ripresa (l'ultima) del secondo tema arricchito da qualche variazione tanto da rendero più corposo e sonoro.
La Ballata volge al termine: rientra il primo tema nella tonalità originaria e sottovoce come per predire in modo cupo qualcosa di eclatante che sta per accadere. Infatti prelude alle ultime cinquanta battute che costituiscono la coda del brano: una coda cosiddetta "non tematica" in quanto non presenta nessun richiamo ai due precedenti motivi utilizzati più volte nel corso della composizione. Il suo carattere è invece quello di una grande corsa affannosa e precipitosa verso la meta finale: è indicata presto con fuoco e con bravura (ce ne vuole tanta non solo per questa parte finale!), richiede note sforzate e accenti vigorosi come anche sbalzi dinamici non indifferenti (dal p al ff in una decina di battute) e si chiude con due fulminee scale ascendenti intervallate dai rintocchi funebri di accordi nel registro grave e dalle ultime ottave in fff, da eseguire all'inizio poco ritenuto e poi accellerando, che siglano questa meravigliosa narrazione pica.

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